Giovedì 1 dicembre, ore 21.30
Laboratorio Puccini
La Macchina del Suono presenta

ERA IL 38 LUGLIO E FACEVA MOLTO CALDO

  • con Fabio Fantini, Fabrizio Checcacci (voci raccontanti, recitanti, cantanti)
  • chitarra, elettrotecnici e spilloni Alberto Cavaciocchi

Gli Squallor sono stati una meravigliosa anomalia nel panorama musicale italiano. Un nervo scoperto della canzone e soprattutto, dell’industria discografica. Erano un gruppo musicale ma non suonavano nulla. E non facevano spettacoli dal vivo. Facevano dischi che vendevano centinaia di migliaia di copie, ma spesso non cantavano nemmeno. Hanno fatto 14 LP, dai titoli inequivocabili: Troia, Vacca, Pompa, Cappelle, Mutando, Tocca l’albicocca… I loro nomi non apparivano sui dischi, ufficialmente la loro identità è rimasta segreta per oltre un decennio. Ma tutti, nell’ambiente e fuori, sapevano chi fossero. E che si trattava di stimatissimi professionisti della musica. Hanno fatto due film. Probabilmente tra le cose più brutte e improbabili mai realizzate in pellicola, ma autentici oggetti di s-culto a distanza di anni. Non erano attori ma recitavano. A volte senza nemmeno farsi vedere. Però facevano ridere. Tantissimo. Le loro telecronache, i loro monologhi, le loro canzoni – in napoletano e non – erano irresistibili e spesso rasentavano la poesia, pur nella loro volgarità. Perché erano volgari, spesso volgarissimi, censuratissimi dalla RAI ma le radio libere li passavano a spada tratta.
Quindi, uno spettacolo teatrale incentrato sugli Squallor, che mai sono apparsi su un palco e mai nessuno, ufficialmente, ha eseguito dal vivo, è quasi un’eresia. E per questo, forse, perfettamente in linea con lo spirito del gruppo.
“Era il 38 luglio e faceva molto caldo”, ovvero “Una cosa sugli Squallor”, è il tentativo di raccontare a due voci la storia di un gruppo che, ufficialmente, non ce l’ha. Un viaggio tra canzoni, recitati e sbeffeggiamenti, rigorosamente realizzati dal vivo e trattati con il rispetto dei classici: da 38 Luglio ad Avida, dalle radiocronache alla saga di Pierpaolo.  Ma anche le canzoni in napoletano, l’altra faccia del neomelodico.  Una sorta di lezione di storia contemporanea, tra satira e b-movie. Ripercorrendo i nostri anni 70-80 da un altro punto di vista, senza nostalgia, in maniera autenticamente dissacrante.

Biglietti:
posto unico € 10,50
(esclusi diritti di prevendita)